Pillole di resilienza 4: Massimo dal Mozambico
Le voci dei nostri colleghi.
In questo periodo il personale di ACRA, in tutti i Paesi d’intervento, sta lavorando nel rispetto delle norme per tutelare la salute di tutti e arginare la diffusione del Covid-19.
Oggi vi presentiamo la testimonianza di Massimo Tomaselli, coordinatore ACRA in Mozambico che ci aggiorna su come lo staff locale e il Paese sta affrontando l'emergenza sanitaria.
In Mozambico sono stati registrati finora meno di 100 casi di COVID-19, in realtà sono solo le persone certificate, qui non si hanno i mezzi per contare i casi, né tantomeno per curarli.
Il Governo si è attivato presto imponendo norme di salvaguardia già da febbraio e ha dato ampio spazio alle campagne di sensibilizzazione per promuovere l’uso delle mascherine, del lavarsi le mani, tutti fanno attenzione, e ciò ha favorito una più lenta progressione del virus. Nonostante la povertà in città a Maputo, si vedono quasi tutte le persone dotate di mascherine prodotte artigianalmente dai sarti locali, inoltre le norme sul distanziamento sociale stanno avendo un effetto “educativo” sorprendente. Per la prima volta si vedono file ordinate alla fermata dell’autobus e constato la rarità delle resse in quei posti dove abitualmente si doveva fare la fila. Forse è solo timore o anche paura, ma la reattività con cui ci si è adattati alla nuova situazione è invidiabile.
Nonostante le attività siano state evidentemente ridotte a causa dei divieti (es. raggruppamento massimo di 10 persone), qui è praticamente impossibile abbandonare il campo in quando poco puoi fare se ti rinchiudi in ufficio. Noi di ACRA lavoriamo su questioni molto “operative” che necessitano collaborazione intensa e scambi con molti interlocutori.
In particolare, ACRA in Mozambico lavora con il Comune di Maputo per efficientare i servizi acqua e risanamento. Dopo aver lavorato per potenziare le capacità di risposta del dipartimento preposto agli interventi di emergenza e alle manutenzioni, attualmente stiamo collaborando allo sviluppo e adozione di vari strumenti informatici per il monitoraggio e la partecipazione dei cittadini alla gestione dei servizi igienico sanitari della città (MOPA), tema molto delicato in questo periodo.
Molte strutture pubbliche lavorano a regime ridotto o sono chiuse a tempo indeterminato, così anche gli impiegati del comune sono operativi al 50%, lavorando a turni alterni e in piccoli gruppi il che triplica il lavoro poiché tutto è frazionato e deve essere ripetuto in piccoli gruppi. Così anche per le decisioni che devono essere prese con spirito collegiale si allungano i tempi.
Il nostro è un piccolo staff composto da 3 persone ma stiamo lavorando con 22 collaboratori (ingegneri, urbanisti, biologi, ambientalisti) in gran parte giovani e molto motivati.
Lo staff di ACRA in Mozambico
Insieme a loro gestiamo direttamente le attività di supporto come la formazione dei tecnici municipali, le interviste e inchieste presso la popolazione, la formazione e informazione delle ONG locali. L'aspetto più difficile in questo momento è ponderare il giusto equilibrio verso la necessità di “fare” e quella di salvaguardare la sicurezza dei vari partner e dei collaboratori, per cui abbiamo sempre un’attenzione particolare al rispetto delle norme di contenimento, indossando mascherine, guanti, utilizzando dispositivi disinfettanti.
In 30 anni di lavoro in Africa è la prima volta che ci sentiamo bloccati, confinati, isolati. La fuga che è sempre stata l’ultima arma di difesa, anche durante la guerra, ci è preclusa. Oggi sei qui e nonostante le risorse di cui disponiamo, non possiamo uscire dal Paese. Una forte sensazione di incertezza rispetto al futuro si insinua in noi e a volte fa pensare che il peggio deve ancora venire, ma di una cosa sono certo: se sei di una ONG devi rimanere e lavorare! Se non sei presente quando serve che senso ha il nostro lavoro?"
Massimo Tomaselli
Coordinatrice ACRA in Mozambico
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