Italia, Lombardia, Comune di Agrate Brianza e Caponago
24 mesi
Questa iniziativa nasce grazie all’esperienza decennale di Spiga&Madia, nata nel 2006 per volontà di un gruppo di consumatori “critici” e produttori agricoli uniti nell’intento di ricostruire una filiera di pane biologico interamente gestita in un territorio specifico (la Brianza monzese) da tempo soggetto a perdita di suolo agricolo.
La bassa Brianza orientale è infatti una zona altamente industrializzata, dove cresce di anno in anno l’urbanizzazione e la speculazione edilizia; il modello di sviluppo territoriale sta di fatto escludendo la funzione agricola dell'area con la conseguente erosione dello spazio rurale destinato alla produzione di alimenti e la perdita di biodiversità coltivata.
La sopravvivenza dei piccoli imprenditori agricoli è messa a repentaglio anche dall’interruzione dei corridoi ecologici presenti tra est e ovest della Brianza dovuta, tra gli altri, alla costruzione di opere infrastrutturali ad alto impatto ambientale come nuove strade e tangenziali.
Il progetto mira alla riappropriazione del territorio come luogo di produzione di cibo sano e sostenibile in cui il consumatore finale acquisisca un ruolo attivo e partecipativo di condivisione del processo produttivo, da consumatore passivo a co-produttore.
Spiga&Madia ha creato, nel corso degli anni, un partenariato tra diverse realtà del territorio e che il presente progetto intende rafforzare ed ampliare. Questa rete è composta da agricoltori, panificatori, ristoratori, gruppi di acquisto solidale (GAS), scuole e altri soggetti attivi nel promuovere sistemi alimentari locali (SAL) in cui al centro venga posto il diritto delle persone ad un cibo sano e nutriente e la necessità di riattribuire alle zone rurali la loro essenziale vocazione agricola.
Obiettivo generale:
Obiettivo specifico:
L’intervento si propone di rafforzare e sviluppare la filiera locale del frumento di varietà antiche e/o locali da agricoltura biologica attraverso:
Tutte le componenti concorrono a concretizzare sistemi alimentari locali (SAL) come buona pratica di resilienza dal basso.
I soggetti che saranno interessati dal progetto: